giovedì 26 novembre 2009

INTERVENTO DOCENTI DI STRUMENTO NEL BLOG "nuovilicei.indire.it

Da 11 anni a questa parte, a Nuoro stiamo vivendo un’esperienza di Liceo musicale pensato da noi per venire incontro alle esigenze della popolazione scolastica della nostra Provincia. Il nostro piano di studi, che non si discosta particolarmente da quello attualmente proposto dalla Riforma, teneva conto già in partenza degli obiettivi didattici inerenti al conseguimento di abilità e competenze spendibili nell’ Alta formazione. La valutazione delle competenze pregresse, l’analisi delle attitudini e soprattutto la conoscenza degli alunni e delle loro reali esigenze, ci ha portato nel tempo ad anteporre agli elementi puramente tecnici della preparazione musicale, gli aspetti più specificatamente formativi. Possiamo meglio capire le motivazioni di questa scelta alla luce di una breve analisi della situazione del nostro territorio:
La Provincia di Nuoro, per la sua collocazione geografica nel cuore dell’Isola, per la pessima viabilità e per una difficile situazione economica, non consente di per sé la realizzazione di progetti di vita che comprendano le forme di espressione artistico-musicali. Il territorio è povero di strutture sia pubbliche che private di supporto allo studio delle discipline artistiche (sono presenti alcune Scuole civiche e n°2 corsi di Scuola media ad indirizzo musicale, a Nuoro e a Macomer); i due Conservatori della Regione distano più di 100 Km.
In un simile contesto alle famiglie è sempre risultato difficile, se non impossibile, pensare per i propri figli ad una esperienza liceale indirizzata ad un percorso musicale pre-professionale. Negli anni della nostra esperienza abbiamo cominciato a muoverci su tre fronti:
1) Facilitare uno sviluppo armonico della personalità, delle competenze e delle conoscenze dei ragazzi orientandoli nel loro progetto di vita.
2) Valorizzare i talenti emergenti indirizzandoli ad un percorso nell’AFAM non solo inteso nel senso esecutivo-interpretativo, ma anche speculativo e di ricerca.
3) Garantire una piena integrazione delle diversità intese sia come disabilità psico-fisica, che come disagio sociale o provenienza da altre culture.

(punto 1): Pensiamo che tutti i percorsi didattici della Scuola secondaria di II° grado non possano, per la loro intrinseca natura di Offerta di Stato, essere pensati a livello elitario. Su 130 alunni, una minima parte ritiene di voler dedicare anche gli studi post-diploma esclusivamente alla musica. La maggioranza, anche in possesso di attitudini e di motivazione, fa altre scelte, ugualmente consone e in armonia con lo sviluppo delle differenti personalità.

(punto 2): La cura del livello elitario non viene assolutamente esclusa ma può trovare la sua efficace applicazione all’interno dei gruppi di livello (per gli insegnamenti collettivi) e grazie a singoli programmi differenziati nella didattica per piccoli gruppi (strumento o canto solistico).

(punto 3): A questo proposito riportiamo la nostra esperienza d’integrazione degli allievi diversamente abili, ai sensi della legge 104/92, nel pieno rispetto di una tradizione consolidata da tempo in tutti gli indirizzi. Le discipline musicali offrono ampie possibilità d’integrazione, sia per la natura collaborativa delle attività d’insieme, sia per la valenza educativa e rieducativa della pratica strumentale individuale. Si aggiunga che la massiccia presenza di discipline musicali nel nostro istituto consente l’ospitalità in classe aperta a numerosi alunni diversamente abili frequentanti gli altri indirizzi.

Se il nostro Liceo musicale è cresciuto in questi anni, licenziando 100 alunni, fra cui 3 diversamente abili, e attualmente conta 7 classi, il motivo è dato dalla risposta positiva di un territorio bisognoso di musica ad una offerta aperta alle esigenze, rispettosa delle necessità individuali, pronta a adeguarsi, di volta in volta,alle situazioni.
Non siamo insegnanti minimalisti: semplicemente mettiamo le nostre competenze al servizio dei nostri alunni, non lavoriamo sulla carta, abbiamo a che fare con delle persone e ne siamo consapevoli.
Infine, due domande: un liceo musicale di stampo elitario, riservato ai talenti spendibili nel mondo del concertismo e assolutamente non fuorviati, neanche nell’età dell’adolescenza, da altri interessi, quanti alunni quattordicenni potrebbe trovare a livello non regionale, ma addirittura nazionale?
La riforma dei Licei riduce la varietà dell’offerta formativa di questi anni, senza sottoporla ad alcuna valutazione di merito, a sei Licei: è eccessivo aspettarsi che almeno questi siano presenti in ogni capoluogo di provincia? O i nostri ragazzi, per frequentare un liceo presente solo nel capoluogo regionale, dovranno andare a pensione (posto che le famiglie abbiano i mezzi economici e la fiducia necessaria) come succedeva fino a quaranta anni fa?

1 commento:

  1. Ho mandato un altro intervento al blog dell'istruzione: incredibilmente ci sono riuscita! Ora provo ad inviarlo anche qui.
    Ciao a tutti
    Insegno da vari anni Canto solistico e Storia della musica nella sperimentazione di Liceo musicale di Nuoro. Propongo una riflessione sulla natura dell’insegnamento della Storia della musica in un Liceo: al pari della Storia dell’arte, si tratta di una disciplina da affrontare in un contesto di interdisciplinarità con Letteratura italiana e straniera e con Filosofia, pertanto la sua collocazione idonea è nel triennio. Si potrà obiettare che il programma è vasto, che gli ascolti richiedono il loro tempo, che è bene che gli alunni acquisiscano l’abitudine all’ascolto e che si deve procedere quanto prima all’affinamento del gusto. Tutto ciò è condivisibile, fermo però restando che in un Liceo l’impianto della disciplina deve avere una base estetica e che solo nel triennio gli alunni acquisiscono gli strumenti critici necessari. Nel mio piccolo, lavoro da anni per fornire ai ragazzi le conoscenze e le competenze necessarie ad affrontare la seconda prova scritta dell’esame di Stato e finora ci sono sempre riuscita, fornendo una miriade di lezioni di mia produzione, facendo verifiche scritte e riservando le esposizioni orali ai lavori di gruppo, proponendo la maggior parte degli ascolti come input che sollecitino successivi approfondimenti, accompagnando i ragazzi a Cagliari al Teatro d’opera con rientro a Nuoro alle due di notte e regolare rientro a scuola alle 8,30 dell’indomani . In questo modo credo di aver fatto fruttare abbastanza bene le due ore settimanali nel triennio. Tenuto conto del fatto che chi continuerà in Conservatorio o a Musicologia o al DAMS o quant’altro riprenderà comunque gli studi di Storia della musica approfondendo nei modi dovuti, mentre chi seguirà altre vie avrà comunque una discreta preparazione alla fruizione musicale, proporrei di destinare piuttosto le due ore settimanali del biennio alla pratica del secondo strumento musicale: per chi intende proseguire in Conservatorio sarebbe un aiuto per studiare, ad esempio, un po’ di pianoforte (nel caso in cui non fosse scelto come primo strumento); in generale sarebbe utile sia come ulteriore approccio alla pratica musicale, sia come eventuale orientamento, nel caso in cui ci si pentisse, strada facendo, delle scelte fatte, cosa che, vi assicuro, può tranquillamente capitare a degli adolescenti. Grazie per l’attenzione.
    Angiola Serra

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