martedì 24 settembre 2013

Musicale, il ministero concede la classe

la_nuova_sardegna_25_09_2013_mini.jpgMusicale, il ministero concede la classe Di Patre (Gilda): «Ho portato a Roma le istanze dei ragazzi: mi hanno detto sì». Cgil, Cisl e Uil continuano la lotta ISTRUZIONE»LA SVOLTA di Valeria Gianoglio e Giovanni Bua NUORO «La seconda classe del liceo musicale nuorese si farà»: la notizia attesa da diversi mesi è arrivata alle 19 di ieri, al termine di un incontro a Roma, tra il capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Luciano Chiappetta, e la vicecoordinatrice nazionale della Gilda, la nuorese, Maria Domenica Di Patre. Lo racconta la stessa sindacalista, ancora piuttosto emozionata, dopo la fine di una battaglia estenuante e tenace. «Ho appena finito di parlare con il capo dipartimento - racconta Maria Di Patre _ gli ho consegnato tutte le lettere scritte dai ragazzi del Musicale, e quella dei genitori. Gli ho detto che non possono continuare a parlare di lotta alla dispersione scolastica e poi chiudere gli occhi di fronte alla situazione delle scuole nel Nuorese. Il capo dipartimento, allora, dopo avermi ascoltato, di fronte a me ha chiamato il ministro Maria Chiara Carrozza, ci ha parlato, e lei ha detto che bisognava concedere la classe. E che avrebbe dovuto chiamare il provveditore, Francesco Feliziani. A Feliziani, il ministero ha detto che la classe, al liceo musicale, bisognava concederla». È fatta, dunque. E di fronte a quel «Sì, la classe è concessa», alla stessa Maria Di Patre, per poco non sono scese le lacrime di gioia. «È stata una vittoria dopo tanti sforzi _ dice _ dopo tanti incontri a Roma, dopo aver portato al ministero le istanze del territorio, finalmente l’abbiamo spuntata. Sono contenta per il mio territorio e per la scuola». Ma intanto, nel territorio, a due settimane dall’inizio dell’anno scolastico la disapprovazione e la rabbia nel mondo della scuola continuano a montare in tutta la provincia e su diversi fronti. A Nuoro e Tonara, Siniscola e Gavoi, Desulo, Aritzo, Sorgono. A Irgoli e Galtellì, Loculi, Onifai, Lula. «E uniscono nella protesta alunni, genitori, politici, sindaci e rappresentanti istituzionali, in un crescendo che potrebbe manifestare ben presto uno scenario che pone a rischio la pace sociale». Così inizia, infatti, la durissima lettera firmata dai segretari provinciali di Cgli, Cisl e Uil indirizzata al ministro del Miur Maria Chiara Carrozza, all’assessore regionale Sergio Milia e al direttore dell’ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani. Diritti calpestati. «Ancora una volta - attaccano Salvatore Pinna, Michele Fele e Felicina Corda – vengono calpestati diritti esigibili quali il diritto alle pari opportunità, alla scelta dell’indirizzo per cui ci si sente maggiormente portati, a una qualità formativa di alto profilo. Il diritto alla sicurezza, a permanere con serenità nel proprio luogo di origine. Dietro un mero discorso di numeri vengono posti in discussione valori fondanti della nostra società, il valore dello studio e il valore del lavoro. E deprezzati e resi subalterni a valori effimeri che non offrono prospettive per il futuro. La nostra Provincia nel corso degli anni ha pagato un tributo oramai insostenibile in termini di dimensionamento e razionalizzazione». Nel mirino i tagli orizzontali del Miur. Che «non tengono minimamente conto della particolarità del nostro territorio cui non possono essere applicati tout court parametri generali, e quindi sono ignorati distanze, percorsi di montagna, paesi in via di deantropizzazione, disagi infrastrutturali e viari, in sintesi le reali problematiche». «In diverse situazioni – attaccano i confederali – gli studenti sarebbero forzatamente costretti a ripiegare su scelte alternative non gradite. E questo con un fenomeno dell’abbandono scolastico che continua a interessare in misura sostenuta la Sardegna».

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