lunedì 10 giugno 2013

EGUAGLIANZA E MERITO: SCUOLA DI ECCELLENZA O SCUOLA DI ELITE?

EGUAGLIANZA E MERITO: SCUOLA DI ECCELLENZA O SCUOLA DI ELITE?
CONSIDERAZIONI DEL “DOPO SAGGIO”, di Angiola Serra
Il Saggio del Liceo Musicale di Nuoro, tenuto il 5 giugno presso il teatro Eliseo, ha evidenziato alcuni aspetti degni di nota, che mi suggeriscono delle considerazioni: la serena disinvoltura con cui i ragazzi, dopo prove complesse in ambienti acustici forse non ideali, ma familiari, hanno affrontato il palco dell’Eliseo sia come solisti che in piccole formazioni cameristiche, è una riprova della loro crescita e dei progressi fatti in pochi anni di studio o, per alcuni, addirittura in un solo anno;
la grande risposta corale alle esigenze della musica d’insieme, preceduta, è vero, dai lusinghieri successi ottenuti al concorso nazionale di Foggia, ma amplificata dalla partecipazione di tutta la compagine vocale ed orchestrale del Musicale, è segno della maturazione del senso di appartenenza ad un Liceo che piace e che consente sia di sviluppare talenti che di integrare e sostenere le fragilità;
il livello del concerto è stato alto, e si permetta di dirlo ad una che, come la sottoscritta, solitamente pecca più per perfezionismo che per indulgenza; del resto il pubblico ha colto perfettamente la qualità del messaggio proposto, che si è costantemente arricchito di una connotazione di entusiasmo gioioso e contagioso.
Mi chiedo: il nostro Liceo che, per tradizione e per cultura pedagogica da sempre accetta tutti gli alunni che desiderano studiare nei suoi tre indirizzi e che, nello specifico del Musicale, aiuta i ragazzi a scoprire qualità e talenti che non sempre sono loro noti all’atto dell’iscrizione, ma che si svelano e si coltivano durante il percorso; questo nostro Liceo si può considerare una scuola di eccellenza?
La risposta è si, e penso che il nuovo Ministro possa essere concorde, se si considera una sua dichiarazione fatta su “L’Unità” (giugno 2012) e riportata dal giornale della Gilda “ Professione Docente” (giugno 2013), sulla necessità di non svincolare il merito dall’uguaglianza: “Eguaglianza, si intende, non come primato al ribasso della mediocrità, ma come generalizzazione delle condizioni di accesso all’eccellenza: non una gara fra iperdotati ma la scoperta e la valorizzazione dei più dotati attraverso un processo di mobilità sociale che nella scuola e nell’ università deve avere il suo principale centro propulsivo (…) Massima attenzione, dunque, allo stimolo per i migliori: ma dando a tutti, appunto, la condizione per partecipare alla gara, di proporsi come i migliori, o comunque di migliorare”.
Posso dire con cognizione di causa che queste parole esprimono in pieno l’ideale pedagogico che da sempre professiamo e che trova una completa attuazione nell’indirizzo musicale, proprio per quella connotazione di “eccellenza” che la musica comprende, anche se non necessariamente a livello virtuosistico. Un ragazzo raggiunge l’eccellenza nel momento in cui supera ansie e timidezza e si apre al confronto con gli ascoltatori, alla collaborazione per il conseguimento di un insieme armonico e timbrico, fa la sua parte, non si tira indietro, guida il compagno più debole, affina il suo gusto musicale, la sua capacità di ascolto, il suo modo di porgere.
Posso in tutta onestà affermare che a questo proposito, non più tardi di poche sere fa, i nostri ragazzi ci hanno stupito con i loro “effetti speciali”, dimostrando di essere la vera forza della nostra scuola tartassata dai “tagli lineari”. La nostra applicazione del concetto di scuola di eccellenza, pertanto, può a buon diritto coniugarsi con l’Art. 34 della Costituzione Italiana,che recita: “la scuola è aperta a tutti”.
Il Liceo Musicale costituisce, a partire dalla cosiddetta Riforma Gelmini, il sesto indirizzo di studi dell’Offerta Formativa italiana e, come tale, deve essere accessibile a tutti coloro che desiderano studiare la musica in una scuola statale, per conseguire una formazione completa, nel pieno rispetto delle loro attitudini ed esigenze; il tutto armonizzando i desideri di chi intende proseguire gli studi musicali a livello specialistico- professionale con quelli di chi pensa di utilizzare gli studi musicali realizzati al Liceo come una marcia in più per il suo inserimento nel contesto sociale e con quelli, infine, di chi, in situazione di disabilità, aspira ad un percorso formativo funzionale al proprio progetto di vita.
Sarebbe, al contrario, profondamente sbagliato, oltreché ingiusto e anticostituzionale, pensare ad un percorso liceale come elitario, riservandolo ad un ristrettissimo numero di fortunati, indipendentemente dalla ricchezza e dalla varietà della richiesta.
Si potrà obiettare che in Italia i Conservatori, istituzioni storicamente preposte agli studi musicali, sono da tempo a numero chiuso, in quanto riservati ai talenti più promettenti: se però andiamo indietro nel tempo fino alla loro origine nei secoli XIV-XV scopriamo che essi nacquero come istituti di carità per mantenere in vita (da qui il termine “conservatorio”) gli orfani e i bambini poveri ed avviarli ad una professione.
L’insegnamento della musica era uno dei tanti, ma evidentemente fu quello che diede maggiori frutti e permise di scoprire e coltivare numerosi talenti, oltre che di realizzare il riscatto sociale dei loro possessori. Con un volo pindarico si potrebbe affermare che, fatte le debite differenziazioni, in fondo i Conservatori in origine adempivano ante litteram all’Art. 3 della Costituzione, che allora, ovviamente, non esisteva, e che recita: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana..
In secoli molto più vicini al nostro i Conservatori assunsero la loro connotazione specialistica, finalizzata al concertismo e, in seconda istanza, all’insegnamento della musica. La recente riforma li ha trasformati in strutture accademiche, affidando la funzione della preparazione tecnico-artistica di base per la fascia di età fra i 14 e i 19 anni ai Licei Musicali. E’ azzardato pensare che i Licei Musicali possano ereditare alcuni aspetti fondamentali di quella funzione che per secoli appartenne ai Conservatori?

1 commento:

  1. No, direi che non è affatto azzardato pensare che i licei possano ereditare alcuni aspetti fondamentali della funzione che prima apparteneva ai Conservatori! I nostri ragazzi, col concerto eseguito nei giorni scorsi lo hanno dimostrato appieno e con questo auspico che i tagli non vengano applicati al Liceo nuorese!

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